Il relitto della Nave Romana di Albenga è il più famoso tra tutti quelli scoperti finora nel Mediterraneo occidentale, perchè su di esso sono stati effettuati, dal 1950, i primi lavori di recupero di anfore con l’intervento della nave “Artiglio”, e i primi rilievi sistematici dei resti di una nave oneraria romana, destinata al trasporto delle merci. Essa si ritrova ad un miglio dalla costa, a 42 metri di profondità, dinanzi all’antica città di Albingaunum (Albenga).
E’ stata oggetto di tredici campagne di scavo subacqueo che hanno consentito di documentare gradualmente gli elementi del carico e le caratteristiche costruttive dello scafo. E’ stato pure accertato che si tratta della più grande nave da trasporto romana conosciuta a tutt’oggi nel Mediterraneo, con un carico superiore alle 10.000 anfore, e quindi con una portata netta di 450/500 tonnellate.
Le anfore contenevano vino proveniente dalla Campania destinato ai mercati della Francia meridionale e della Spagna. Insieme al vino veniva esportata la ceramica a vernice nera e altri tipi di vasellame. Sono stati pure recuperati oggetti di uso personale dell’equipaggio e della scorta armata di bordo (elmi), quest’ultima necessaria per difendersi dai pirati che infestavano soprattutto le coste liguri.
Tutti gli elementi raccolti permettono di datare il naufragio della Nave Romana di Albenga tra il 100 e il 90 a.C., momento che coincide con la concessione del diritto latino alle popolazioni liguri, con la romanizzazione della regione e con il conseguente sviluppo delle città.
E’ possibile immergersi sul relitto due volte all’anno durante le settimane della cultura. Le immersioni sono organizzate dai diving locali in stretta collaborazione con la soprintendenza.