Il valore storico del ritrovamento è di estrema importanza culturale per la memoria del luogo.
Tutto ha avuto inizio con una mail in cui è riportata la ricostruzione, attraverso le testimonianze di chi ha visto uno dei due Messerschmitt cadere a terra e incendiarsi nel lontano 26 luglio del 1943, a Mongiardino.
Grazie alla Banca della memoria Maddalenina associazione culturale che ha sede alla Maddalena è pubblicata sulla rivista Il vento, la ricostruzione dei fatti. Due libri, uno italiano ed uno francese, dedicati alla situazione della guerra che a quei tempi, ostacolava la vita dell’isola, confermano la caduta in mare del secondo velivolo, abbattiti entrambi da una pattuglia inglese. Il report di volo del comandante che li ha colpiti è chiaro Uno si è schiantato a terra e l’altro è caduto a est di Caprera. Da sempre il mare affida i suoi segreti ai pescatori che ne diventano custodi. E’ così che durante la ricerca a terra tra la gente della Maddalena un pescatore mostra una traghetta con una scritta che riporta ad un velivolo. Certamente in quel punto di mare si trova qualche cosa della storia di questa terra, isola nell’isola. Reticenza e diffidenza del pescatore sino a concedere la visita sott’acqua ai subacquei nel punto di mare tenuto segreto da molti anni.
Unica richiesta mantenere segrete le mire concordata, visto la logistica di mare, con le autorità locali. Cosi il pomeriggio del 28 maggio 2012, dopo due giorni di immersioni a quote che sfiorano i cento metri, il pescatore Mario Vitiello, guida sul mare la barca d’appoggio su cui Cristina Freghieri e il compagno di immersione Aldo Ferrucci, navigano.
E’ il giorno in cui il luogo segreto del Messerschmitt 323 Gigant è sconsacrato e il ritrovamento storico è affidato all’uomo e alla sua onestà o ingordigia. Ora l’unico esemplare non distrutto dei pochi 200 velivoli costruiti , è identificato e riconosciuto attraverso lo studio attento di chi si occupa di storia aerea.
Il ritrovamento è stato segnalato come da legge al Comando Capitanerie di Porto e ai Beni culturali del mare di Sassari.
Il Messerschmitt in breve:
A partire dalla memoria storica dei maddalenini che hanno permesso di ricostruire una tragica battaglia aerea svoltasi nei cieli dell’isola il 26 luglio 1943, a ridosso della caduta del fascismo in Italia, è stato trovato in mare alla profondità di circa sessantacinque metri grazie alle ricerche condotte da Cristina Freghieri e della sua squadra, il relitto di uno dei due grossi velivoli da trasporto tedeschi che, decollati dall’aeroporto di Venafiorita, stavano dirigendo verso Pistoia.
I due grossi aerei, furono intercettati sopra l’isola di Caprera da siluranti britannici Bristol Beaufighter appartenenti al 144 Squadron della R.A.F. in quel momento in missione di interdizione al naviglio tedesco e italiano lungo le coste orientali della Sardegna.
Mentre uno dei due Messerschmitt Me-323 colpito tentò l’atterraggio con esiti disastrosi nella terraferma isolana, l’altro, colpito a morte, cercò di ammarare andando a fondo subito dopo.
Quest’ultimo velivolo, dopo una ricerca iniziata a giugno del 2011 è stato infine scoperto il 28 Maggio 2012 durante l’immersione che Cristina ha condiviso con Aldo Ferrucci.
La particolarità di questo velivolo consiste nel fatto che si trattò del più grosso aereo da trasporto tattico della Luftwaffe nel corso della seconda guerra mondiale: derivante da un aliante, e motorizzato con sei motori, poteva trasportare agevolmente duecento soldati completamente equipaggiati, oppure nel suo ventre, trovavano posto mezzi corazzati o artiglierie.
Atteso che non furono costruiti più di duecento esemplari di questo aereo, compresi i prototipi delle varie versioni, si può affermare che la scoperta è eccezionale e senza dubbio di particolare interesse visto che nessuno di questi aerei è sopravvissuto alla guerra integro. Seppure si tratti di un relitto in mare, quello rinvenuto dalla ricercatrice Cristina Freghieri è senz’altro l’esemplare meglio conservato.
I Me-323 prestarono servizio sia sul fronte orientale per tutta la durata della campagna di Russia, partecipando tra l’altro anche alle fasi dei tentativi di rifornimenti ed evacuazione feriti da Stalingrado, sia nel teatro del Mediterraneo, dove, partendo dalle basi di Sicilia e Sardegna, trasportarono all’Afrika Korps del feldmaresciallo Erwin Rommel, la famosa “Volpe del Deserto”, ingenti quantitativi di rifornimenti in mezzi, armamenti, uomini e materiali.
L’esamotore scoperto nelle acque dell’isola de La Maddalena era uno degli ultimi sopravvissuti all’operazione “Flax” fatta scattare dagli Alleati il 5 aprile 1943 e conclusasi ai primi di maggio di quell’anno con la caduta della Tunisia. In quel contesto, infatti la Western Desert Air Force britannica e il comando dell’U.S.A.A.F. in Africa settentrionale, coordinarono una serie di attacchi al sistema di trasporto aereo dell’Asse dall’Italia al nord Africa. Nel corso di un mese di interdizione al traffico aereo, i Me-323 pagarono un altissimo tributo di perdite.
Della scoperta è stata denunciata alle locali Autorità Marittima e Soprintendenza ai Beni Storici; è stata altresì data comunicazione all’Ambasciata di Germania in Roma.
Il 22 settembre p.v. verrà tenuta una conferenza a La Maddalena con il benestare della Capitaneria di Porto (conferma a breve termine) ove verranno illustrati i dettagli della ricerca nonché le prime immagini del relitto.
I ringraziamenti per il ritrovamento a Federico Peyrani, Dino Pagano, Christian Solitario, Giovanna Saba Soro, i fratelli Guido e Mario Vitiello, La Maddalena Tv, Aldo Ferrucci (*).
Un particolare grazie al Comando generale delle Capitanerie di Porto di Roma e La Maddalena.
Milano, 10 agosto 2012
edito da Cristina Freghieri e Dino Pagano
(*) Nei comunicati definitivi saranno inseriti i nomi delle persone che il 28 maggio 2012 erano insieme a me sulla barca del Scuba Point